La TRAMA dell' opera
Gli Spartiti
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I Video della Traviata
Opera CompletaNoi siamo zingarelle - Di Madride noi siam Mattadori
Libiamo ne' lieti calici
Di provenza il mare, il suol
Parigi, o cara
Testi
LIBRETTO COMPLETO
LIBIAMO NE LIETI CALICI
Alfredo:
- Libiamo, libiamo ne' lieti calici,
- che la bellezza infiora;
- e la fuggevol fuggevo l'ora
- s'inebrii a voluttà.
- Libiam ne' dolci fremiti
- che suscita l'amore,
- poiché quell'occhio al core
- Onnipotente va.
- Libiamo, amore; amor fra i calici
- più caldi baci avrà.
- Tutti:
- Libiam, amor fra i calici
- Più caldi baci avrà.
- Violetta:
- Tra voi, tra voi saprò dividere
- il tempo mio giocondo;
- tutto è follia follia nel mondo
- Ciò che non è piacer.
- Godiam, fugace e rapido
- è il gaudio dell'amore;
- è un fior che nasce e muore,
- né più si può goder.
- Godiam c'invita c'invita un fervido
- accento lusighier.
- Tutti:
- Ah! Godiamo, la tazza e il cantico
- la notte abbella e il riso,
- in questo in questo paradiso
- ne scopra il nuovo dì.
- Violetta:
- La vita è nel tripudio...
- Alfredo:
- Quando non s'ami ancora...
- Violetta:
- Nol dite a chi l'ignora,
- Alfredo:
- È il mio destin così...
- Tutti:
- Godiamo, la tazza la tazza e il cantico
- la notte abbella e il riso,
- in questo in questo paradiso
- ne scopra il nuovo dì.
DI PROVENZA IL MARE, IL SUOL
Di Provenza il mar, il suol
chi dal cor ti cancellò?
Al natio fulgente sol
qual destino ti furò?
Oh, rammenta pur nel duol
ch’ivi gioia a te brillò;
E che pace colà sol
su te splendere ancor può.
Dio mi guidò!
Ah! il tuo vecchio genitor
tu non sai quanto soffrì!
Te lontano, di squallor
il suo tetto si coprì.
Ma se alfin ti trovo ancor,
se in me speme non fallì
e la voce dell'onor in te appien non ammutì
Dio m'esaudì
Noi siamo zingarelle
ZINGARE
Noi siamo zingarelle
venute da lontano;
d’ognuno sulla mano
leggiamo l’avvenir.
Se consultiam le stelle
null’avvi a noi d’oscuro,
e i casi del futuro
possiamo altrui predir.
Su via, si stenda un velo
sui fatti del passato;
già quel ch’è stato è stato,
badate/badiamo all’avvenir.
DI MADRIDE NOI SIAM MATTADORI
Di Madride noi siam mattadori,GLI ALTRI
siamo i prodi del circo de’ tori,
testè giunti a godere del chiasso
che a Parigi si fa pel bue grasso;
è una storia, se udire vorrete,
quali amanti noi siamo saprete.
Sì, sì, bravi, narrate, narrate!GASTONE E MATTADORI
Con piacere l’udremo!
Ascoltate.GLI ALTRI
È Piquillo un bel gagliardo
biscaglino mattador:
forte il braccio, fiero il guardo,
delle giostre egli è signor.
D’andalusa giovinetta
follemente innamorò;
ma la bella ritrosetta
così al giovane parlò:
cinque tori in un sol giorno
vo’ vederti ad atterrar;
e, se vinci, al tuo ritorno
mano e cor ti vo’ donar.
Sì, gli disse, e il mattadore
alle giostre mosse il piè;
cinque tori, vincitore
sull’arena egli stendè.
Bravo, bravo il mattadore,GASTONE E MATTADORI
ben gagliardo si mostrò,
se alla giovane l’amore
in tal guisa egli provò.
Poi, tra plausi, ritornatoGLI ALTRI
alla bella del suo cor,
colse il premio desiato
tra le braccia dell’amor.
Con tai prove i mattadoriGASTONE E MATTADORI
san le belle conquistar!
Ma qui son più miti i cori;TUTTI
a noi basta folleggiar!
Sì, sì, allegri, or pria tentiamo
della sorte il vario umor;
la palestra dischiudiamo
agli audaci giuocator.
Parigi, o cara
ALFREDO
Parigi, o cara, noi lasceremo,VIOLETTA
la vita uniti trascorreremo.
De’ corsi affanni compenso avrai,
la tua salute rifiorirà.
Sospiro e luce tu mi sarai,
tutto il futuro ne arriderà.
Parigi, o caro, noi lasceremo,
la vita uniti trascorreremo.
De’ corsi affanni compenso avrai,
la mia salute rifiorirà.
Sospiro e luce tu mi sarai,
tutto il futuro ne arriderà.